Fiorenzo2002 :
Il 2023 si avvia alla conclusione e l’Opus Dei non sembra aver risolto il problema dei suoi statuti, mentre qui in Italia si dissolvono certezze granitiche che avevano impregnato la vulgata dei trascorsi decenni: il Castello di Urio è in vendita (forse è stato già venduto); la casa di ritiri denominata Castelromano, un grande edificio che si trova proprio alle balze del Palazzo pontificio di Castel Gandolfo, giace in agonia. Qua e là vengono venduti appartamenti e villini, muti testimoni di una crescita che sembrava inarrestabile e della ricerca di una confortevole stabilità molto convenzionale e borghese a servizio di numerari loro malgrado sempre più lontani dalla vita reale (e dalla responsabilità) familiare e professionale. Nel frattempo i passanti possono contemplare la totale ricostruzione dell’edificio retrostante la sede di Villa Tevere, quasi a sottolineare l’arretramento strategico a difesa del caposaldo storico, emblema del radicamento romano e dell’identificazione con la Chiesa e con quella che doveva essere considerata la vera prospettiva del cristiano corrente trasformato in un meraviglioso ibrido laico e religioso.
La linea di resistenza sembra ora che passi attraverso un nuovo amalgama in cui, mentre diminuiscono ed invecchiano i numerari e scompaiono per incompatibilità con le leggi civili e con il clima sociale le numerarie ausiliarie, volenterosi soprannumerari vengono invitati, come si legge anche nei contorti comunicati che compaiono sul sito web, a creare aggregati pseudo familiari per ricostituire un tessuto destinato – così sembra – a divenire la nuova realtà di base apparentemente autogestita (in attesa della convenzione tra laici e Prelatura?).
L’arrocco fa perno sui capisaldi del Campus Biomedico e dell’Università Pontificia della Santa Croce, dell’Elis, pluridecorato ente corporativo, e di altre realtà formative catalizzatrici di giovani (almeno, così si spera); tutti luoghi nei quali fa certamente presa l’appartenenza lavorativa che si sovrappone, condizionandola e rimanendone condizionata, all’appartenenza religiosa, senza che nessuno, a quanto sembra, si stia chiedendo in cosa consista questa appartenenza e se sia compatibile con lo status della stessa Prelatura.
Vengono alla mente le parole della canzone “L’anno che verrà” di Lucio Dalla, indimenticato cantautore italiano (1948-2012): …….l’anno vecchio è finito, ormai/ma qualcosa ancora qui non va…..
Buon anno a tutti.
Fiorenzo2002
Publicado el Friday, 29 December 2023
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